Al mio ritorno sono stata acclamata nemmeno fossi campionessa del mondo di qualcosa. Eppure era così, il tempo indeterminato mi aspettava. Mutui e nuove spese mi
sono subito venute in mente...ma a parte il fisco, ho pensato alla tanto agognata indipendenza.Una mattina, al provveditorato, mi aspettava una scelta da prendere, il mio futuro da scrivere sotto
forma di firma in calce. Appena entrata, mi sono sentita come se avessi un mirino sulla fronte: le insegnanti mi guardavano quasi con disprezzo, "questa è di sicuro entrata con il concorso"
sussurravano, "chissà quanti anni ha". Il disagio nel dimostrare 18 anni a fronte di 29, non è facile da superare nella vita quotidiana...figurarsi con dei possibili futuri colleghi. La scelta,
in definitiva, è ricaduta su una scuola in cui feci un anno di supplenza. Conoscevo l'ambiente, diversi colleghi, i bambini. Mi è sembrata la scelta più ovvia.In quella sede ho conosciuto due mie
future colleghe. Il mio disagio stava via via svanendo.Mia madre era comunque più contenta (e cosciente) di me.
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